Segnalazioni editoriali
Le voci dei tedeschi in fuga di cui si parla in questo libro sono quelle di tre sopravvissuti ai drammatici eventi degli ultimi mesi della seconda guerra mondiale, che hanno vissuto esperienze traumatiche diametralmente opposte, seppur provenienti dallo stesso contesto familiare. Nella forma di interviste narrative autobiografiche, le loro testimonianze orali raccontano, a distanza di settant’anni, i fatti che li hanno colpiti dal gennaio 1945 nella Prussia orientale, quando erano ancora bambini o appena adolescenti e l’Armata Rossa sovietica avanzava sul fronte orientale. Lo scopo di queste registrazioni e dell’indagine qui condotta è quello di offrire un esempio di analisi linguistico-discorsiva del parlato conversazionale, focalizzandosi sul ruolo dell’interazione tra intervistatrice e intervistato e indagando la correlazione tra luoghi, memoria, emozioni e identità attraverso la codifica linguistica del processo del ricordare. Le testimonianze vengono analizzate con l’aiuto di esempi concreti per ricostruire da una parte lo spazio e le vie di fuga di uno dei protagonisti, dall’altra la lingua delle emozioni e della costruzione identitaria delle altre due intervistate. Particolarmente interessante risulta l’intreccio che si crea tra le testimonianze personali e i fatti ‘ufficiali’ della storia, con integrazioni reciproche. Emergono numerosi aspetti stratificati in un ricco evento polifonico, tra cui spicca in primo piano l’elemento linguistico-conversazionale.
Queste interviste ci consentono di dare voce alle storie personali, ampliando la nostra conoscenza su questioni che per troppo tempo sono state taciute o affrontate solo parzialmente sia dalla società tedesca del dopoguerra, sia dalla comunità internazionale, senza negare la responsabilità collettiva, ma trasformando i silenzi in una realtà parlante, nel tentativo di costruire una memoria storica veritiera.
Il volume è rivolto a germanisti, a studenti di lingua tedesca e a tutti coloro che desiderano approfondire sia tematiche linguistiche, sia tematiche legate alla fuga e alle espulsioni dai territori orientali, in un periodo segnato da ingenti tragedie per la popolazione civile tedesca e per l’Europa tutta costretta, alla fine della seconda guerra mondiale, a imponenti movimenti migratori.
La nuova traduzione di Laura Balbiani si basa sull’edizione pubblicata dal Deutscher Klassiker Verlag (Frankfurter Ausgabe, vol. XIV, curato da Klaus-Detlef Müller); il volume contiene una prefazione di Marino Freschi, un saggio della traduttrice, cronologie dell’autore e dell’opera, testo originale a fronte, note al testo, regesto, bibliografia e indici (curati da Stefano Apostolo).
With contributions by: Federica Claudia Abramo, Roland Borgards, Lorella Bosco, Raul Calzoni, Renata Gambino, Oliver Jahraus, Micaela Latini, Grazia Pulvirenti, Jelena U. Reinhardt, Sonia Saporiti, Isolde Schiffermüller
The 10 essays collected in this volume are devoted to a wide range of case studies on the relationship between animality and poetics in German-speaking literature since the 19th century. They display a variety of theoretical and methodological approaches to a number of texts packed with references to animals, considered not primarily as objects of literature, but as agents endowed with an active role in the production of literature, and which have left repressed or forgotten traces in texts.
Queste lezioni sono un’introduzione alla Letteratura tedesca dal Settecento ai giorni nostri, da Lessing e Goethe ad Handke. Sono sorte durante la sospensione dei corsi ‘in presenza’ con lo scopo di fornire uno strumento ‘tradizionale’ a discenti e docenti, nonché una guida per avvicinarsi ai principali autori, movimenti e opere della civiltà letteraria tedesca. L’emergenza del momento ha suggerito di puntare sulle epoche salienti della Letteratura tedesca: L’“età di Goethe” (1750-1830) e il Primo Novecento, non trascurando informazioni sulla cultura letteraria dell’Ottocento come pure sulla recente letteratura tedesca.
Die revolutionären Kunstbewegungen im ausgehenden 19. und zu Beginn des 20. Jahrhundert bestanden aus Gruppen oder Einzelpersonen, die sich durch ihre ästhetische Praxis ausdrücklich von den herrschenden Gesellschaftsnormen und von den gängigen Vorstellungen von Kunst abgrenzen wollten. Die mit Protest und Provokation verbundene Suche nach einer neuen Funktionsbestimmung der Kunst zielte u.a. auf eine programmatische, radikale Veränderung des bisherigen Verhältnisses zwischen Künstler und Öffentlichkeit ab.
Hauptziel des Bandes ist die Rekonstruktion der allmählichen Veränderungen von Adressatenfunktion und Publikumsbegriff zwischen Realismus und Avantgarde. Die überkommene Rolle des Adressaten im künstlerischen Schaffensprozess wird neu definiert und somit die traditionellen Strukturen des literarischen Kommunikationsprozesses auf den Kopf gestellt. Auch sollen Ausschluss- und Einschlussmechanismen sowie Legitimationsstrategien unter die Lupe genommen werden.
Mit Beiträgen von: Sabrina Ballestracci, Lorella Bosco, Giulia A. Disanto, Hermann Dorowin, Serena Grazzini, Theresa Homm, Christine Kanz, Heinrich Kaulen, Jelena U. Reinhardt, Oliver Ruf, Giovanni Tateo
Der Band widmet sich dem Thema des Sprachvergleichs in einer mehrsprachig orientierten DaF-Didaktik. In 14 Beiträgen werden ausgewählte Phänomene in überwiegend mehr als zwei Vergleichssprachen systematisch erforscht und in ihren didaktischen Umsetzungsmöglichkeiten beleuchtet. Der Fokus liegt dabei überwiegend auf komplexeren pluridirektionalen Einflüssen, indem beispielsweise die Funktion von Englisch L2 oder Latein als Transferbrücken zu Deutsch L3 näher betrachtet wird. Moderne didaktische Zielsetzungen wie die Förderung positiver zwischensprachlicher Einflüsse und der Aufbau einer erhöhten Sprachbewusstheit als Fähigkeit, abstrakt über Sprache nachdenken zu können, bilden einen begleitenden roten Faden der im Band versammelten Reflexionen.
Autorinnen und Autoren: Nicole Schumacher, Marina Foschi Albert, Joachim Schlabach, Cordula Meißner, Martina Nied Curcio, Katharina Salzmann, Carolina Flinz, Claudia Buffagni, Vincenzo Gannuscio, Patrizio Malloggi, Stephanie Risse, Daniela Sorrentino, Li Chong, Marianne Hepp.
Il volume raccoglie tre testi, San Pietro, Serpentara e Autunno in Sardegna, uniti da un filo rosso agli scritti dedicati alla Prima guerra mondiale che hanno reso famoso Ernst Jünger. Egli approda in Sardegna animato da quella stessa volontà di rinnovarsi interiormente tramite la fuga da una civiltà moderna “lontana dalla terra” che lo aveva condotto sui campi di battaglia. Certo, Jünger è un testimone del suo tempo troppo lucido per non accorgersi che la Sardegna è un microcosmo arcaico prossimo al tramonto, in cui si vanno già moltiplicando i segni della modernità e dunque dell’“annessione alla tecnica planetaria”.
Tuttavia, l’Isola offre ancora la possibilità di aprirsi un varco verso la pienezza di vita della natura: Sardinia sive natura, si potrebbe quindi dire, dato che l’Isola è vissuta come un tripudio di forme e colori in cui si manifestano la potenza e la fecondità di una natura risacralizzata nel segno dell’immagine archetipica della Grande Madre. Uomini e fiere perdono, così, sotto gli occhi di Jünger, contorni netti per prendere parte ai “ludi bellici ed amorosi di partner animali nel sogno della vita”.
Con un saggio di Ulrich Ladurner e prefazione di Aldo Venturelli.
A trent’anni dalla riunificazione tedesca del 3 ottobre 1990 il presente volume si prefigge l’obiettivo di offrire un quadro complessivo della situazione politica, istituzionale e internazionale della Repubblica Federale. I dieci saggi che compongono il libro – con prefazione di Aldo Venturelli – sono dedicati all’analisi di singoli aspetti specifici dei processi politici e sociali della Repubblica Federale, secondo una prospettiva storica ma anche considerando l’attualità politica. I temi e gli argomenti trattati vanno dagli aspetti politici e storico-istituzionali fino al contesto europeo e internazionale, per concludersi con un’ampia disamina del lungo cancellierato di Angela Merkel. Con contributi di: Luca Renzi, Ubaldo Villani-Lubelli, Ulrich Ladurner, Federico Niglia, Monika Poettinger, Beatrice Benocci, Matteo Scotto, Fernando D’Aniello e Jacopo Rosatelli.
Gli scritti qui raccolti sono concentrati su un versante assai specifico dell'autore, che fu un vorace collezionista di libri antichi per l'infanzia e non solo - passione ereditata dal padre antiquario e dalla madre che disponeva di una ricca biblioteca di famiglia, e dalla moglie appassionata di libri per bambini. Oltre a penetrare come solo Benjamin sa fare l'intima natura del collezionista e del bibliofilo, questi scritti riflettono in maniera ancora oggi illuminante sul mondo della fiaba e dell'infanzia - e del suo rapporto con i libri. Chiude il volume un lista dettagliata dei volumi per bambini spesso rarissimi contenuti nella biblioteca di Benjamin.
Die Dramenliteratur über den Atomkrieg hat zwischen 1945 und 1975 mehrere Theater- und Rundfunkproduktionen hervorgebracht, die größtenteils vergessen sind. Der Band bietet eine kulturhistorische und thematische Bestandsaufnahme dieser kaum erforschten Literatur und durchleuchtet sie aus gattungsspezifischer Perspektive. Zum ersten Mal wird damit die Atomdramatik in ihren Hauptmotiven und Thematiken umfassend dokumentiert, zu denen bspw. der Antiamerikanismus, das Pilotendrama, der Kalten Krieg, die Wissenschaftsverantwortung, das Hiroshimadesaster, die apokalyptische Katastrophik und das sog. Survival-Motiv zählen. Der literatur- und gattungsgeschichtlichen Übersicht folgen die Interpretationen der einzelnen Texte, die durch bibliographische Hinweise auf die Presserezeption und auf weiterführende Literatur ergänzt sind. Ein umfangreicher Anhang mit Bibliographien und Registern ermöglicht den schnellen Zugriff auf Personen, Stücke und Themen.
Il mondo rappresentato nei romanzi di Theodor Fontane e di Wilhelm Raabe è strutturato da confini rigidi, superare i quali comporta un prezzo molto alto qualora si imbocchi la strada di una certa eccentricità. Se è vero, secondo il celebre assunto di Lotman, che il testo narrativo è tale se almeno un personaggio attraversa la linea che separa uno spazio semantico da un altro, nella narrazione realista questa struttura è anche un centro ideologico fondamentale. La concretezza dell’idea di confine e di limite affiora fin dalla trama, e si palesa nella descrizione delle case e dei palazzi che fanno da sfondo alle vicende narrate. L’onnipresenza del confine evoca per contrasto il suo superamento, annunciando così quella semantica che Nietzsche, contemporaneo degli autori qui presentati, mobilita nei suoi scritti per demolire l’edificio dei luoghi comuni che gravano sulle nature meno addomesticabili. Il libro vuole mettere in luce questa affinità tra una letteratura e una filosofia che, nella Germania di fine Ottocento, condividono un orizzonte di esperienze storiche e culturali comuni che trova nella casa, in quanto spazio delimitato da confini tangibili, una delle sue metafore più pregnanti.
Con contributi di: Elena Agazzi, David-Christopher Assmann, Florian Auerochs, Lorella Bosco, Benjamin Bühler, Carmen Concilio, Markus Engelns, Cesare Giacobazzi, Christa Grewe-Volpp, Lis Hansen, Serenella Iovino, Sarah Schmidt, Silvia Ulrich, Magnus Wieland.
A lungo trascurata dalla moderna psicologia, la vergogna si offre ne La marchesa di O ... ( 1808-1810) di Heinrich von Kleist con una sorprendente ricchezza di significati. L'incipit è irresistibile: la protagonista, rimasta incinta a sua insaputa, cerca il padre del nascituro con un'inserzione sulla gazzetta. Se la vergogna tende a nascondersi, l'insolito annuncio costringe la donna a uscire allo scoperto; ma lo scandalo autentico, a guardar bene, è rappresentato dal suo cambiamento nel corso della vicenda: in lotta col tribunale sociale della vergogna, la marchesa raggiungerà la piena espressione di sé, un equilibrio dinamico tra pulsioni contraddittorie. Anche la famiglia e il conte russo, l'autore del misfatto, la seguiranno in questo percorso, che vuol essere d'esempio per il lettore.
La novella di Kleist anticipa questioni centrali dibattute ancor oggi, dalla filosofia all'etica, dalla psicologia alle scienze cognitive, e conserva intatta la sua carica eversiva. Nella lettura qui proposta, proprio l'enigmaticità della vicenda e della narrazione induce il lettore a interrogare i luoghi comuni che sono all'origine della vergogna, affinché possa individuare un «precetto interiore» in accordo con la sua eticità individuale.
Il Gran Cofto altri non è che il Conte di Cagliostro, mago e avventuriero siciliano, capo di una loggia di rito egizio, avversato dal massone “illuminato” Goethe perché seminatore di pericolosi inganni. Tutto si incentra sul famoso Affaire della collana (un mistero che coinvolge, a pochi anni dalla Rivoluzione, la regina Maria Antonietta, un ambizioso aristocratico, due fantasiosi avventurieri e, sullo sfondo, anche Cagliostro) al quale Goethe si appassiona, vi vede annunciati destini storici, vi trova conferme ai timori espressi nelle sue polemiche all’interno della massoneria. Il Gran Cofto rappresenta il “fondamento morale” della catastrofe che Goethe vide nella Rivoluzione francese. La caduta dei miti, il contaminarsi di ideale e reale.
In der Literaturgeschichtsschreibung stellt der Vergleich zwischen Schiller und Alfieri eine Art von kleinem Topos dar. Seit dem Tod der Dichter wurde auf ihr ähnliches politisches Empfinden sowie auf motivische Gemeinsamkeiten immer wieder hingewiesen. Allerdings ist die Forschung kaum über die Herausarbeitung von einzelnen Parallelen hinausgekommen. Dagegen erkennt diese Studie eine strukturelle Gemeinsamkeit zwischen Schiller und Alfieri darin, dass sie ihre Werke auch als Reflexionsmedium für eine tragische Weltdeutung verstehen. Dieses Weltbild steht mit einer konsequent verstandenen Rehabilitierung der Sinnlichkeit und dem Schwinden von metaphysischen Bezugspunkten in Zusammenhang. Auf der Bühne erproben Schillers und Alfieris Helden sowohl die Hybris als auch die Verzweiflung, die beide aus der Erkenntnis entstehen, dass der Mensch einen „Gott" darstellt, der „in eine Welt von Würmern verwiesen" ist. In der Spätaufklärung zeichnet sich bereits hier ein ideengeschichtlicher Paradigmenwechsel ab: In der exemplarischen Auseinandersetzung mit Schillers und Alfieris Tragödien kann der Prozess des Umschlagens des alteuropäischen „heroischen Stoizismus" in den „modernen heroischen Nihilismus" (W. Riedel) zurückverfolgt werden.
500 animali ca. sono raccontati attraverso la storia dei loro nomi, caratteri fisici e comportamentali, miti e leggende, proverbi e modi di dire che li riguardano. Piccoli disegni aiutano il lettore ad individuarli visivamente. Lo studio è ampiamente documentato da note e bibliografia finale.
Individuelle und gesellschaftliche Mehrsprachigkeit steht in den letzten Jahren angesichts der Lebensbedingungen in mehrkulturellen Gesellschaften sowie der anhaltenden Migrationsbewegungen vermehrt im Fokus von Forschung, Lehre und Bildungspolitik. Die Beiträge dieses Bandes setzen sich aus wissenschaftlicher und didaktischer Perspektive mit Aspekten von Mehrsprachigkeit auseinander und beachten dabei in besonderem Maße die Ausbildungssituation an italienischen und deutschen Schulen und Hochschulen.
Il teatro di figura di Richard Teschner, artista boemo che ha operato nella prima metà del Novecento tra Praga e Vienna, è una forma espressiva molto diversa da ogni altro esempio di teatro di figura del tempo. Grazie a una commistione di tecniche e tematiche, che traggono linfa da Oriente e Occidente, e a una compresenza di tradizione e innovazione, Teschner riesce a creare un Gesamtkunstwerk altamente colto e raffinato.
Il rapporto tra politica e cultura è un tassello estremamente importante per la comprensione della storia del fascismo italiano. Questa relazione si articolò su più piani fino a diventare un fattore centrale nella politica del regime. La scelta di approfondire in questa ricerca la storia di due Istituti culturali, l’Istituto Italiano di Studi Germanici di Roma da una parte e il Petrarca Haus di Colonia dall’altra, permette di sondare i vari piani sui quali trovò complessa articolazione quel rapporto. Le vicende che hanno coinvolto negli anni Trenta i due Istituti, da sempre ai margini della ricerca storiografica, consentono di comprendere, da uno specifico angolo di rifrazione, alcuni aspetti importanti: il binomio fascismo-cultura, il rapporto tra Italia e Germania nel passaggio da Weimar al nazionalsocialismo e, in ultimo, il grado di controllo del regime sull’attività culturale di queste storiche istituzioni.